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Il Divoratore di mondi esiste? Questo buco nero fa davvero paura

Galactus, il Divoratore di mondi, non è niente se paragonato a questo luminosissimo buco nero: una quasar vecchia come l’universo stesso.

Un buco nero che inghiotte intere galassie (upgoview.it)

Quando nei fumetti entra in scena il cattivo supremo la sua malvagità è in grado di distruggere il pianeta oppure, nel caso del famoso Divoratore di mondi di Marvel, di distruggere più di qualche pianeta. Ma la scienza, grazie ai passi avanti continui, ci permette di scoprire nel mondo reale oggetti cosmici che sono fuori scala perfino per gli amanti dei fumetti. Di recente è stato infatti riclassificato un oggetto celeste che per anni era stato scambiato per una stella. Non è una stella. È in realtà un buco nero, un quasar vecchio quasi come l’universo stesso e con una voracità altrettanto cosmica.

Il buco nero di tutti i buchi neri

Il VLt ha aiutato a scoprire un buco nero enorme – upgoview.it

Il suo nome è ovviamente composto da una serie di lettere e numeri ma questo non rende J0529−4351 meno impressionante. Come qualunque altro buco nero anche J0529−4351 si è formato dopo il collasso di una stella e dal momento della sua formazione, da qualche parte circa un miliardo e mezzo di anni dopo l’inizio dell’universo, ha cominciato ad allargarsi inghiottendo materia di un volume pari alle dimensioni del Sole ogni giorno.

Ed è proprio quello che sembra un appetito insaziabile degno del Divoratore di mondi che lo ha portato ora ad essere circa grande come 17 trilioni di soli tutti insieme. Questo suo essere così vorace e anche essere così luminoso lo ha per decenni fatto classificare come stella.

E solo di recente si è invece scoperto che si tratta di qualcosa che le stelle le spegne. Per la vita sul nostro pianeta non c’è ovviamente nessun pericolo, solo quello di rimanere estremamente affascinati da ciò che nel cosmo si muove e vive.

Scoperto il mistero

A dare notizia del cambio di etichetta per J0529−4351 sono stati gli astronomi della Australian National University guidati da Christian Wolf con un paper pubblicato su Nature.com. La sua storia come oggetto cosmico analizzato dagli esseri umani è iniziato nel 2022, quando la quasar è stata individuata da Gaia, un velivolo spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea, ma proprio per l’intensità della luce emessa nella prima catalogazione era stata identificata come stella.

Il team di ricerca di Cristian Wolf si è messo però alla ricerca di tutti quelli che potevano essere stati erroneamente classificati come stelle nel survey prodotto nel 2022 e che invece erano buchi neri. Per avere un ulteriore conferma di quello che immaginavano, gli scienziati hanno poi fatto ricorso al VLT, il Very Large Telescope che si trova nel messo del deserto di Atacama.

Dalle osservazioni fatte attraverso il VLT è stato così possibile capire che si trattava di una quasar, di un buco nero la cui energia luminosa, altro calcolo cosmico, è equivalente a 50 trilioni di soli che bruciano contemporaneamente. L’energia luminosa viene dal fatto che questo buco nero è continuamente affamato di materia e la consuma a una velocità tale da farla brillare mentre la spegne.

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