I contenuti generati dall’intelligenza artificiale saranno tracciati, attraverso quello che è stato definito il “diritto di origine”: cos’è e come sarà applicato.
Monitorare i contenuti generati con l’intelligenza artificiale con il cosiddetto diritto di origine. Si tratta di un metodo che permette di tenere sotto controllo la provenienza dei testi, delle immagini e dei video, un po’ come accade per gli alimenti. Tale esigenza si collega alla diffusione di contenuti e immagini, creati con l’intelligenza artificiale che, nella gran parte dei casi, sono fuorvianti e veicolano informazioni false o non corrette. Scopriamo, dunque, insieme in cosa consiste il diritto di origine e come sarà applicato in futuro.
L’intelligenza artificiale sarà tracciata: arriva il diritto di origine
La creazione di contenuti è una dei principali modi di esprimersi dell’uomo: negli ultimi anni, però, tale settore ha subito dei cambiamenti a causa dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Ci troviamo di fronte a un cambiamento molto importante con l’avvento delle intelligenze artificiali generative, capaci di produrre contenuti che – spesso – sembrano essere redatti da un essere umano. Ciò, nei fatti, solleva questioni molto delicate, che riguardano l’autenticità e l’originalità dei contenuti creati.
Anche se l’IA mette a disposizione grandi opportunità, è molto importante tenere in considerazione le conseguenze etiche, morali e legali legate al suo utilizzo. L’AI può essere impiegata per scopi sia costruttivi che distruttivi, che inducono ad affrontare tali problemi in ottica di regolamentazione e controllo.
Manipolazione di immagini e video: come gestire il problema
Il modo in cui l’IA manipola la realtà attraverso immagini e video generati artificialmente ci fa capire che è importante saper distinguere tra ciò che è vero e ciò che è fittizio.
La tracciabilità delle informazioni diventa – quindi – un elemento essenziale al fine di proteggere l’integrità cognitiva degli individui e per garantire, ad ogni modo, la trasparenza all’interno dei contesti digitali di riferimento.
La proposta di introdurre un “diritto di origine” per i contenuti digitali, simile alla tracciabilità nel settore alimentare, ha come obiettivo quello di garantire l’autenticità delle informazioni e a preservare la fiducia nel settore delle tecnologie digitali.
Una questione ancora aperta
Tale approccio è adottato anche da realtà internazionali tra le quali possiamo annoverare la c2pa.org, che si impegna al fine di creare uno standard mondiale che permette l’inserimento di una “filigrana” digitale nei contenuti generati da AI, allo scopo di tracciarli in maniera più semplice.
La questione, però, rimane – ad ogni modo – complessa, poiché non tutte le aziende adotteranno – in maniera volontaria – questi standard, soprattutto da parte di soggetti che sono interessati a diffondere disinformazione.
Esistono, però, anche degli strumenti, basati sull’IA stessa, capaci di identificare – con una certo livello di affidabilità – se un contenuto è generato o meno in modo artificiale.