Prestare soldi tramite bonifico è possibile ma bisogna tenere conto di alcune regole ben precise per non incappare in guai con il Fisco.
Gli ultimi anni sono stati davvero molto difficili per la maggior parte delle famiglie italiane. La crisi economica, causata prima dalla pandemia di Covid-19 e poi dallo scoppio del conflitto in Ucraina, ha messo in ginocchio molti nuclei familiari che già facevano fatica ad arrivare alla fine del mese. Molto spesso nemmeno i sussidi statali permettono di sostenere le tante spese mensili e per questo in tanti arrivano a chiedere un prestito a una persona fidata.
Prestare soldi tramite bonifico: come farlo in maniera legale
Il prestito è una strada perseguita soprattutto nei contesti familiari: si possono chiedere dei soldi ai genitori, oppure a un fratello o a una sorella e così via. Al tempo stesso non è raro che ci si rivolga a qualche amico di vecchia data, specialmente se il legame è talmente forte da garantire la fiducia reciproca.
Tuttavia ottenere un prestito di denaro non è così semplice come può sembrare in partenza. Anche i prestiti tra privati, infatti, devono sottostare a regole ben precise per evitare di incappare in guai sul piano fiscale.
Ma ci sono dei limiti in merito al denaro che può essere prestato? No, la legge non prevede alcuna soglia massima sulla somma che un privato decide di elargire a un altro. Tuttavia con il crescere della cifra il rischio che scatti un controllo fiscale aumenta di parecchio.
Il prestito a un parente o a un amico può tranquillamente avvenire anche a titolo gratuito, ma solo se viene effettuato con un bonifico dove viene chiaramente specificata la causale. In questi casi, infatti, bisogna riportare una dicitura come “prestito personale infruttifero“.
Accordo scritto, non è obbligatorio ma può servire: ecco perché
E per quanto riguarda l’accordo scritto? E’ necessario mettere nero su bianco quando si stipula un accordo tra privati? La legge non obbliga a farlo: il trasferimento tra i conti correnti è sufficiente per portare a termine l’accordo.
Tuttavia è sempre meglio che l’intesa raggiunta tra le parti venga formalizzata anche su carta, principalmente per chiarire i tempi di restituzione. In questo modo ci si mette al riparo anche in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Ma non è tutto, perché tramite il contratto scritto si riesce a stabilire se si tratta di un prestito infruttifero o di un tasso d’interesse diverso da quello legale. Senza nero su bianco, infatti, potrebbe facilmente scattare il tasso legale.
Non è necessaria la registrazione per la scrittura privata tra le parti che si accordano per il prestito. Allo stesso modo non serve il notaio: per conferire all’intesa una data certa basta scambiarsi una comunicazione tramite PEC.